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Il segmento testuale Corte di Cassazione è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 22Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 782

Brano: [...]lifica di partigiano combattente (o di partigiano combattente ferito) riconosciuta a norma delI’art. 7 del D.L. 21 agosto 1945 n. 518, senza altra specificazione in ordine ai fatti di armi indicati, non consente l’applicazione della amnistia senza ulteriori accertamenti, potendo detta qualifica essere riconosciuta dal competente organo amministrativo (Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane) in base a circostanze diverse ». Corte di Cassazione Sez. Ili 11.11.1948 (in « Archivio penale », 1949, II, p. 121).

Dello stesso tenore C. Cass. 24.6.1949 (In «Giustizia penale», 1949, II, p. 889); C. Cass. 8.1.1949 (in «Giustizia penale» 1948, II, p. 285); C. Cass. 23.5.1950 (in « Giustizia penale», 1950, II, p. 1123).

Tra le molte altre di contenuto analogamente restrittivo, cfr.: C. Cass. 26.10.1948 (in «Rivista penale», 1949, II, p. 66); C. Cass. 3.2.1950 (in « Rivista penale », 1950, II, p. 516); C. Cass. 15.1.1951 (in «Giustizia penale », 1951, II, p. 623) ecc..

Analogamente restrittiva fu l'interpretazione degli « atti diretti [...]

[...]lla legge non soltanto quegli atti, nei quali è tipicamente evidente la finalità e la idoneità di frustrare l’attività bellica tedesca (atti di sabotaggio, attentati alla vita di militari nemici, sottrazione di documenti aventi importanza strategica), ma anche quelli nei quali, pur avendo minor rilievo cotesta caratteristica, cotesta efficacia e immediatezza, lo scopo è quello di frustrare l’attività bellica tedesca ».

La prima citazione è da Corte di Cassazione 7.2.1946 (in « Archivio penale », 1946, II, p. 206): nel caso concreto, gli imputati avevano distrutto un automezzo e ferito dei militari tedeschi. La seconda è da Corte di Cassazione 3.1.1946 (in « Giustizia penale »,

1946, II, p. 379).

Di orientamento analogo: Corte di Cassazione 18.12.1946 (in « Foro italiano », II, p. 184) e Corte di Cassazione 7.7.1949 (in « Giustizia penale », 1950 II, p. 231).

A fronte di queste e poche altre pronunce di orientamento neanche « liberale », ma semplicemente rispettoso della lettera della legge, sta un « cupo florilegio » decisamente più ampio. Non fu, per esempio, applicata l’amnistia a chi partecipò a scontri a fuoco con i tedeschi ma quando questi erano già in fuga oppure

« procedette all’arresto di un individuo e poi appartenne alla sezione di un partito politico facendo parte di una banda patriottica e partecipando (genericamente) a tutte

le azioni della banda stessa ». Corte di Cassaz[...]

[...], ma semplicemente rispettoso della lettera della legge, sta un « cupo florilegio » decisamente più ampio. Non fu, per esempio, applicata l’amnistia a chi partecipò a scontri a fuoco con i tedeschi ma quando questi erano già in fuga oppure

« procedette all’arresto di un individuo e poi appartenne alla sezione di un partito politico facendo parte di una banda patriottica e partecipando (genericamente) a tutte

le azioni della banda stessa ». Corte di Cassazione 20.4.1951 (in « Giustizia penale », 1951, 11, p. 8401).

Di orientamento analogo: Corte di Cassazione 26.3.1946 (in « Giustizia penale », 1947, II, p. 118); Corte di Cassazione 24.6.1947 (in «Archivio penale», 1947, II, p. 500); Corte di Cassazione 26.10.1948 (in « Archivio penale », 1949, II, p. 231); Corte di Cassazione 29.1.1948 (in «Archivio penale», 1948, II, p. 245); Corte di Cassazione 17. 11.1950 (in « Giustizia penale » 1951, II, p. 287).

Gli esempi potrebbero continuare e numerosi, tutti ispirati alla precisa volontà di minimizzare gli effetti dell’amnistia. Ne ricordiamo solo un altro:

« esattamente il giudice nega l’applicazione dell’amnistia patriottica 5 aprile 1944 n. 96 in base alla sola esibizione di un certificato dell’A.N.P.I. da cui risulti che il condannato durante la lotta clandestina ha efficamente collaborato, fornendo armi, munizioni, informazioni e ospitalità; osservando che con gli atti suddetti il condannato non aveva direttamente cooperato a frus[...]

[...]giudice nega l’applicazione dell’amnistia patriottica 5 aprile 1944 n. 96 in base alla sola esibizione di un certificato dell’A.N.P.I. da cui risulti che il condannato durante la lotta clandestina ha efficamente collaborato, fornendo armi, munizioni, informazioni e ospitalità; osservando che con gli atti suddetti il condannato non aveva direttamente cooperato a frustrare l’attività bellica delle truppe tedesche o di chi ad esse prestava aiuto ». Corte di Cassazione 20.4.1951 (in « Giustizia penale», 1951, II, p. 8401).

Di orientamento analogo: Corte di Cassazione 26.3.1946 (in « Giustizia penale »,

1947, II, p. 118); Corte di Cassazione 24. 6.1947 (in « Archivio penale », 1947, II, p. 500); Corte di Cassazione 26.10.1948 (in « Archivio penale », 1949, 11, p. 231); Corte di Cassazione 29.1.1948 (in «Archivio penale », 1948, II, p. 245); Corte di cassazione 17.11.1950 (in « Giustizia penale », 1951, II, p. 267).

L’aggravamento dopo il 18,4.1948

I fatti e le sentenze fin qui esposti danno un’idea generale del trattamento penale (e non solo) riservato ai partigiani da polizia e magistratura nel dopoguerra.

All’interno di questo periodo vi è però la cesura politica costituita dalla definitiva estromissione di socialisti e comunisti dal governo e dalla successiva « ratifica » elettorale. Sul piano specifico che qui interessa, vi fu nello stesso lasso di tempo (fine 1947, subito dopo il I Congresso dell’A.N.P.I.) l’uscita dei partigiani demo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 783

Brano: [...]ella dibattimentale. Insomma i veri « processi » (la maggior parte) non arri

vavano al processo pubblico, ma si risolvevano in una istruttoria raggiungendo così il duplice effetto di una sanzione effettiva (carcerazione preventiva ecc.) senza i possibili clamori del dibattimento.

La magistratura giudicante, quando fu chiamata a pronunciarsi, non sempre avallò le operazioni poliziesche e degli inquirenti. Per esempio, si vedano le sentenze: Corte di Cassazione 6.9.1946 (in «Archivio penale», 1947, II, p, 93); Tribunale di Rieti 27.4.1949 (in « Giustizia penale» 1950, II, p. 340); Corte di Cassazione 6.6.1949 (in « Rivista penale », 1949, II, p. 707); Tribunale Militare Territoriale di Bologna 12.1.1950 (in «Critica penale», 1950, p. 5357).

Vi furono quindi sentenze di orientamento meno reazionario, che esprimevano sicuramente qualche incertezza e comunque la non monoliticità dei giudizi, ma spostavano di poco il bilancio complessivo della repressione dei partigiani. Basti pensare che nei primi tre mesi del

1949 vi furono, in 14 città italiane, 120 arresti di partigiani per soli fatti di guerra. (I dati sono riportati in Roberto Battaglia, Come viene fatto... cit, p. 207).

La rep[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 470

Brano: [...] il 1945 a occupare cariche

elevate neH’amministrazione giudiziaria, in Parlamento, nell’insegnamento e perfino ai vertici dello Stato. Tra questi, Gaspare Ambrosini che fu presidente della Corte Costituzionale fino a qualche tempo fa, e lo stesso Enrico De Nicola (v.), primo presidente della Repubblica italiana.

Al servizio del regime

Tra i più attivi magistrati del regime vi furono queH'£rnesfo Eula divenuto poi primo presidente della Corte di cassazione nell’Italia democratica, e Nicola Coco, Luigi Giampietro, Eduardo Piola Caselli, Antonio Gismondi, Filippo Morongiu, Nicola lezzi, per citare solo alcuni dei nomi più noti. Non solo, ma un altro primo presidente della Corte di cassazione, Luigi Oggioni, rimasto in carica fino al marzo 1962, e il procuratore generale Mario Comucci della medesima Corte di cassazione, rimasto a sua volta in carica fino al luglio 1962, furono entrambi membri della Corte di cassazione della repubblica di Salò, trasferitasi a Brescia nell’autunno 1943.

Lo zelo fascista di tanta magistratura, che riempiva di soddisfazione il ministro Rocco, si può d’altra parte dimostrare scorrendo alcune sentenze della Corte di cassazione in materia politica.

La prima, del 1932, riconosceva a tutti i gerarchi del Partito nazionale fascista la qualifica di « pubblico ufficiale », conferendo loro una veste e una tutela che li metteva in condizioni di particolare privilegio, oltre che politico, anche giuridico nei confronti dei singoli cittadini.

Una sentenza del 1937 statuiva che « alle circolari del Duce » doveva riconoscersi valore di « interpretazione autentica delle leggi »I

Ancora un esempio, per rendersi conto del livello raggiunto da tali giudici: con due sentenze (del 13.3.1936 e del 24.2.1937) la Corte di Cassa[...]

[...]ficiale », conferendo loro una veste e una tutela che li metteva in condizioni di particolare privilegio, oltre che politico, anche giuridico nei confronti dei singoli cittadini.

Una sentenza del 1937 statuiva che « alle circolari del Duce » doveva riconoscersi valore di « interpretazione autentica delle leggi »I

Ancora un esempio, per rendersi conto del livello raggiunto da tali giudici: con due sentenze (del 13.3.1936 e del 24.2.1937) la Corte di Cassazione stabiliva e ribadiva che « l’offesa al distintivo del Partilo fascista è vilipendio di un emblema dello Stato, poiché il Partito nazionale fascista rappresenta l'organizzazione politica del popolo italiano ».

Per quanto riguarda il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, è utile rammentare che alcuni magistrati, ancora oggi per questo avvantaggiati nella carriera, brigarono per essere ammessi a farne parte come giudici istruttori o pubblici accusatori .

Ancora a titolo di esempio, si veda la cronaca della cerimonia svoltasi nel 1940 a Palazzo Venezia per l'inizio del nuovo anno gi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 246

Brano: [...]problemi inerenti alla trasformazione fondiaria e alla colonizzazione e tra funzionari dello Stato, in rappresentanza dei ministeri aventi particolare attinenza con l’attività dell'O.N.C..

Di particolare importanza erano gli organi previsti per procedere, sempre sotto la vigilanza del capo del governo, all’espropriazione dei terreni e alla loro devoluzione al patrimonio dell’Opera: il Collegio centrale arbitrale, avente sede in Roma presso la Corte di Cassazione, presieduto da un presidente di sezione della Corte e formato da un consigliere di Stato e da tre esperti

nelle discipline economiche e agrarie; e i Collegi provinciali, presieduti da un magistrato del Tribunale e composti, secondo il regolamento del 1919, da un rappresentante dell’O.N.C. e uno della controparte interessata (ente pubblico o privato possidente) e, secondo i successivi regolamenti del 1923 e del 1926, dal capo dell’ufficio tecnico di finanza della provincia e da un agronomo abilitato all’esercizio professionale.

La procedura di espropriazione era così concepita: alla rich[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 32

Brano: [...]crimine.

L’8.3.1947, di fronte alla Corte d’assise straordinaria di Forlì, comparvero 6 imputati, tutti italiani e appartenenti ai corpi speciali della Repubblica sociale italiana. L’imputazione riguardava « fatti accaduti fra il giugno e l’agosto 1944 in Vergherei e adiacenze ». Quattro degli imputati furono condannati a morte (ma per delitti che non riguardavano Tavolicci) e due furono assolti per insufficienza di prove. Pochi mesi dopo, la Corte di Cassazione annullava la sentenza di Forlì, sicché l’eccidio è rimasto impunito.

E.Do.

Taylor, Maxwell D.

N. negli U.S.A. il 26.8.1901; ufficiale dell'esercito.

Uscito daH’Accademia militare di West Point, ebbe un brillante curriculum accademico (guadagnandosi fama di “intellettuale”) che, insieme alla notevole esperienza in campo diplomatico e militare, ne fecero figura di primo piano delle forze armate statunitensi. All’inizio della Seconda guerra mondiale fu assegnato al War Department di Washington: nel 1943 partecipò alla campagna d’Italia e, dopo l’armistizio di Cassibile, fu inviato in[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Corte di Cassazione, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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